Lincoln, le risposte a tutte le vostre domande sul film di Steven Spielberg candidato a 12 Oscar

Una profonda e toccante lezione di politica che tuttavia presenta delle difficoltà per chi non conosce bene la storia americana. Per questo abbiamo deciso di chiarire tutti i vostri dubbi...

La prima scena di "Lincoln"
28 Gennaio 2013 alle 22:43

Dallo scorso giovedì oltre 300.000 italiani hanno visto in sala «Lincoln», l’ennesimo capolavoro di Steven Spielberg. Il film, candidato a 12 premi Oscar, racconta gli ultimi quattro mesi di vita del più famoso presidente degli Stati Uniti, raccontando nei dettagli come Abramo Lincoln riuscì a far approvare il 13° emendamento alla Costituzione americana, quello che sancì l’abolizione definitiva della schiavitù. Si tratta di una profonda e toccante lezione di politica che tuttavia presenta delle difficoltà per chi non conosce bene la storia americana. Per questo abbiamo deciso di chiarire tutti i vostri dubbi. Siete avvertiti: non procedete nella lettura se non avete visto il film e non amate gli spoiler.

All’inizio del film due soldati (uno bianco, uno nero) recitano a memoria alcuni brani del discorso di Gettysburg. Di che cosa si tratta?
Quello di Lincoln a Gettysburg è considerato uno dei più famosi discorsi della storia. Lincoln lo enunciò il 19 novembre 1863 al cimitero di Gettysburg in Pennsylvania, quattro mesi e mezzo dopo la battaglia (dalle 46.000 alle 51.000 vittime) vinta dall’Unione contro i Confederati. Eccone una traduzione:

«Or sono sedici lustri e sette anni che i nostri avi costruirono su questo continente una nuova nazione, concepita nella Libertà e votata al principio che tutti gli uomini sono creati uguali. Adesso noi siamo impegnati in una grande guerra civile, la quale proverà se quella nazione, o ogni altra nazione, così concepita e così votata, possa a lungo perdurare.

Noi ci siamo raccolti su di un gran campo di battaglia di quella guerra. Noi siamo venuti a destinare una parte di quel campo a luogo di ultimo riposo per coloro che qui dettero la loro vita, perché quella nazione potesse vivere. È del tutto giusto e appropriato che noi compiamo quest’atto. Ma, in un senso più ampio, noi non possiamo inaugurare, non possiamo consacrare, non possiamo santificare questo suolo.

I coraggiosi uomini, vivi e morti, che qui combatterono, lo hanno consacrato, ben al di là del nostro piccolo potere di aggiungere o portar via alcunché. Il mondo noterà appena, né a lungo ricorderà ciò che qui diciamo, ma mai potrà dimenticare ciò che essi qui fecero. Sta a noi viventi, piuttosto, il votarci qui al lavoro incompiuto, finora così nobilmente portato avanti da coloro che qui combatterono.

Sta piuttosto a noi il votarci qui al grande compito che ci è dinnanzi: che da questi morti onorati ci venga un’accresciuta devozione a quella causa per la quale essi diedero, della devozione, l’ultima piena misura; che noi qui solennemente si prometta che questi morti non sono morti invano (per nulla); che questa nazione, guidata da Dio, abbia una rinascita di libertà; e che l’idea di un governo di popolo, dal popolo, per il popolo, non abbia a perire dalla terra».

Perché Spielberg ha scelto di raccontare solo gli ultimi quattro mesi di vita di Abramo Lincoln?
A questa domanda Spielberg ha risposto così: «Perché ciò che Lincoln ottenne in quel periodo fu davvero monumentale, ma lui non era un monumento, era un uomo immensamente complicato. Ed è questo che volevo mettere in evidenza nel film. Sperando di rendergli giustizia ho scelto di mostrarlo nel mezzo della sua battaglia più complessa».

Come mai i democratici e non i repubblicani erano i più razzisti e i più accesi sostenitori della schiavitù?
Il partito repubblicano era composto da ex democratici. Nacque infatti nel 1854 da una scissione. A fondarlo fu proprio la componente del partito (composta in prevalenza dai democratici degli Stati del nord) favorevole all’abolizione della schiavitù.

Gli aneddoti che Lincoln racconta nel film sono stati veramente raccontati dal vero Lincoln oppure sono un’invenzione della sceneggiatura?
Sono tutti reali. Lincoln amava raccontare aneddoti e barzellette, spesso usava l’umorismo per rispondere alle critiche. Per esempio, a chi lo accusava di avere due facce rispondeva: «Se davvero avessi due facce perché andrei in giro con questa?».

Quali sono le principali fonti usate dallo sceneggiatore Tony Kushner?
Ufficialmente il film è basato su «Team of Rivals: The Political Genius of Abraham Lincoln» di Doris Kearns Goodwin , ma in realtà la lotta per l’approvazione dell’emendamento occupa pochissimo spazio nel libro. Kushner ha attinto anche a «Final Freedom» di Michael Vorenberg.

Dove sono stati girati gli esterni delle scene ambientate nella capitale Washington?
Per ironia della sorte, quelle scene sono state girate a Richmond, in Virginia, uno degli stati secessionisti. «La città ci ha accolto con calore» ha dichiarato Spielberg. «Penso che Lincoln sarebbe stato felice all’idea che un film su di lui potesse essere abbracciato dalla città di Richmond» ha detto l’autrice di «Team of Rivals». Richmond è stata scelta perché conserva intatti molti degli edifici di quell’epoca.

La moglie di Lincoln soffriva di disturbi mentali?
Nel film Mary Todd Lincoln (Sally Field) dice al marito: «Tutto ciò che si ricorderà di me è che ero pazza e che ti ho rovinato la vita». È l’unico accenno nel film alla salute mentale della first lady. Nel 1875, dieci anni dopo la morte del Presidente, Mary  fu arrestata e poco dopo una giuria votò a favore del suo internamento in un manicomio. L’aveva fatta arrestare il figlio Robert. Mary passò pochi mesi in clinica e poi si trasferì in Europa. Morì nel 1882. Che i suoi comportamenti irrazionali fossero evidenti anche prima della morte del marito e, in seguito, del figlio Tad, non è certo, l’argomento è ancora oggetto di discussione per gli storici. Secondo alcuni Mary era bipolare, ma all’epoca questo disturbo non era stato ancora identificato.

Nel film Lincoln, attraverso il suo segretario di stato, incarica tre «consulenti» per ottenere a qualsiasi costo i voti dei democratici non rieletti allo scopo di convincerli a far passare l’emendamento. È andata davvero così?
È vero che Lincoln ordinò a William Seward (David Strathairn) di procurargli i voti ma non è possibile sapere con certezza se i consulenti-lobbisti promisero davvero poltrone come succede nel film.

Chi era la cameriera di Thaddeus Stevens, che a sorpresa alla fine del film scopriamo essere stata anche la sua compagna di vita?
Si chiamava Lydia Hamilton Smith, per 25 anni fu la governante di casa Stevens, e anche se non è mai stato provato che fosse la compagna del repubblicano radicale interpretato da Tommy Lee Jones, nessuno ormai lo mette più in dubbio. Nel film Lydia ha il volto di S. Epatha Merkerson, nota al grande pubblico per la serie tv «Law & Order». La scena nella quale Stevens le legge l’emendamento a letto è una creazione di Kushner.

Quanti figli hanno avuto Lincoln e la moglie?
Nel film vediamo due figli della coppia (il piccolo Tad e il primogenito Robert) e sentiamo parlare di Willie, deceduto tre anni prima. I Lincoln ebbero anche un quarto figlio, Edward, morto di tubercolosi nel 1850 a 4 anni. Tad morì a 18 anni, sei anni dopo l’approvazione del 13° emendamento. L’unico a raggiungere l’età adulta fu dunque Robert, scomparso nell’estate del 1926 a 82 anni.

Che differenza c’è tra la dichiarazione di emancipazione del 1863 e il 13° emendamento?
La dichiarazione di emancipazione fu un decreto di Lincoln che nel 1863 rese fuorilegge la schiavitù solo negli Stati secessionisti: South Carolina, North Carolina, Mississippi, Florida, Alabama, Georgia, Louisiana, Texas, Virginia, Arkansas e Tennessee. Non si applicava dunque agli Stati schiavisti che erano rimasti nell’Unione: Kentucky, Missouri, Maryland, Delaware e West Virginia. Il provvedimento infatti più che ad abolire la schiavitù mirava a indebolire il nemico. Allora infatti l’obiettivo principale di Lincoln era la salvezza dell’Unione, non la libertà degli schiavi. L’emendamento invece, modificando la Costituzione abolì la schiavitù ovunque negli Stati Uniti e per sempre.

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