Don Matteo 11, le anticipazioni e le foto dal set con Terence Hill

Sorrisi è andato sul set dell'undicesima stagione delle serie e, tra un ciak e l’altro, Terence Hill ci ha rivelato...

Da sinistra, Nino Frassica e Terence Hill durante le riprese di una scena della prossima stagione di «Don Matteo» che vedremo a gennaio 2018 su Rai1. Sullo sfondo, il pubblico alla fine della piazza assiste da lontano alle riprese  Credit: © Assunta Servello
12 Ottobre 2017 alle 16:08

Tornare sul set di «Don Matteo» durante le riprese della nuova stagione è un po’ come ritrovare dei vecchi amici. Non solo perché la parrucchiera, la truccatrice e tanti altri che lavorano dietro la macchina da presa sono gli stessi da molti anni e accolgono sempre noi di Sorrisi con grande entusiasmo, ma anche perché l’aria che si respira è, appunto, quella di una giornata in comitiva fuori porta. Nel caso specifico, a Spoleto (in provincia di Perugia) dove la produzione della fiction si è spostata ormai dal 2013, dopo otto stagioni realizzate a Gubbio.

E dove molti fan programmano una gita «mordi e fuggi» per poter vedere almeno una volta da vicino il loro mito, Terence Hill, che come sempre appena può ricambia il loro affetto con un selfie, un autografo o anche solo con un sorriso. «Ieri lassù, dietro le transenne, c’era una coppia di ragazzi partiti alle tre di mattina da Bari per venire qui a Spoleto» mi raccontano alcuni cameraman, indicando la cima della scalinata che porta al Duomo, chiusa con i nastri bianchi e rossi per proteggere il set dalle incursioni dei curiosi.

Il simpatico caprone

Oggi, poi, c’è un motivo di curiosità in più perché tra i protagonisti della puntata che stanno girando c’è un caprone. Un «camosciato delle Alpi», per essere precisi, che si chiama Billy, ha nove anni e se ne sta buono buono vicino al tavolino dove Terence Hill e Nino Frassica, cioè don Matteo e il maresciallo Cecchini, stanno facendo la loro consueta partita a scacchi. «È simpatico, vero?» mi chiede Terence, con un’aria sorniona.

Il caffè di Spartaco

Approfittando di una pausa delle riprese, andiamo a berci un caffè da Spartaco, il titolare del bar ristorante sulla famosa scalinata, che è anche una comparsa della fiction, nei panni di se stesso. Terence chiede un cappuccino di soia perché lui non mangia latticini e formaggi e questo sembrerebbe essere uno dei segreti della sua forma strepitosa: «Hai ragione, sto molto bene» mi dice.

In onda all'inizio del 2018

E mi racconta di essere davvero entusiasta di questa 11a stagione di «Don Matteo» che andrà in onda all’inizio del 2018: «Ogni volta che parliamo di una nuova serie, io dico al produttore della Lux Vide Luca Bernabei che per farla deve essere migliore della precedente. Questa lo è di sicuro, forse è la migliore in assoluto». Sarà per i nuovi arrivi, Maria Chiara Giannetta nei panni del nuovo capitano dei carabinieri Anna Olivieri (al posto di Simone Montedoro) e Maurizio Lastrico in quelli del pm Marco Nardi? «Sicuramente loro hanno portato una ventata di novità, ma abbiamo anche un nuovo direttore delle luci, che è fantastico, e degli episodi molto coinvolgenti. Pensa che ce n’è uno in cui don Matteo sparisce, non si trova più e nessuno sa dove sia». La battuta mi viene spontanea: «Deve tornare per forza, altrimenti come si fa a fare la 12a stagione?». Terence ride: «Hai ragione, ma abbiamo tempo. Della serie successiva si inizia a parlare dopo avere visto gli ascolti della prima puntata». Io la butto lì: «Scherzi a parte, faresti “Don Matteo 12”?». Lui non risponde di no, e questa è già una notizia.

Don Matteo potrebbe andare avanti all'infinito

Poi spiega: «Quando ho dovuto decidere se lasciare “Un passo dal cielo” o “Don Matteo”, ho scelto la prima perché Pietro, il mio personaggio, aveva concluso la sua parabola: gli era morta la moglie, aveva salvato la ragazza albanese… non avremmo potuto aggiungere nient’altro. Don Matteo, invece, è un cowboy: non si sa da dove viene né dove va. Perciò, teoricamente, potrebbe andare avanti all’infinito». Lo guardo sorpresa e lui puntualizza sorridendo: «Ho detto “potrebbe”…».

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