«Dissesto doloso»: Sky TG24 sui luoghi a rischio idrogeologico

Uno speciale, in onda venerdì 3 novembre alle 20.20, si focalizza sulle zone colpite da frane, crolli e inondazioni per appurare se i problemi sono stati risolti e se non bisogna più temere per la sicurezza

Sarah Varetto, direttore di Sky TG24  Credit: © Sky
3 Novembre 2017 alle 19:38

All’indomani di un disastro, si ricomincia con le promesse, con gli interventi straordinari, sembra che la risoluzione dei problemi di ordine idrogeologico all'origine di calamità sia questione di pochi giorni. Ma è davvero così? O i lavori si impantanano nell’incuria e nella burocrazia?

Sky TG24 ritorna a occuparsi della gestione del territorio con l’inchiesta Dissesto doloso, in onda venerdì 3 novembre alle 20.20 (in replica alle 23.15 e alle 21.15 il 4 novembre) sui canali 100 e 500 di Sky e sul canale 50 del digitale terrestre.

Sarah Varetto, direttore di Sky TG24, conduce lo speciale, un lungo viaggio nelle zone colpite da frane, crolli e inondazioni per verificare se siano stati effettuati gli interventi necessari. Quel che emerge è sorprendente: molte opere sono bloccate o peggio non sono neanche state avviate perché i fondi sono congelati, non sono chiare le competenze o le istituzioni si rimbalzano le responsabilità. 

L’elenco delle inadempienze documentate dallo speciale è lungo. In Calabria uno stabilimento balneare regolarmente autorizzato sorge sulla foce di un torrente a secco mentre a Scilla il letto di un corso d’acqua è stato asfaltato e trasformato in una via. A Boccadifalco, frazione di Palermo, un intero quartiere è stato costruito all’interno di un canale. A Olbia, a quattro anni dall’alluvione,  Regione e Comune non trovano un'intesa su come utilizzare i fondi stanziati. In Lombardia il fiume Seveso continua a essere una minaccia incombente su Milano con una media di tre esondazioni all’anno. Anche il torrente Bisagno che scorre sotto Genova è pronto a esondare in caso di forti piogge perché i lavori al canale scolmatore si sono arrestati.

Il reportage non vuole essere un atto d'accusa ma una fotografia reale di situazioni a rischio altissimo per le persone ma anche per i luoghi stessi che vanno urgentemente affrontate.

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